Il legno dei barconi diventa musica
«I nostri strumenti portano un messaggio di speranza. Per questo li mettiamo a disposizione per eventi nell’anno del Giubileo»
Sulle pendici dell’Etna si trasformano i barconi dei migranti in strumenti musicali. Un progetto che unisce la maestria di un liutaio ritrovato, la sensibilità di una cooperativa sociale e il potere evocativo di un legno carico di storia e speranza.
Dalla sofferenza alla melodia. È questa la straordinaria trasformazione che sta avvenendo grazie alla cooperativa sociale “Ro la formichina“, nella cui falegnameria un gruppo di persone con disabilità o provenienti da storie di disagio ed emarginazione sta realizzando strumenti musicali unici, utilizzando il legno dei barconi che giungono carichi di migranti sulle coste siciliane.
«Questo legno ha portato tanta sofferenza ma anche tanta speranza – spiega Marco Lovato, presidente della cooperativa, che ha sede a Santa Venerina (CT) –. Per questo abbiamo pensato di dargli l’opportunità di una nuova vita, trasformandolo in suoni».
L’idea è nata quasi per caso, dall’incontro con un liutaio anche lui approdato alla cooperativa dopo un percorso non facile. «Insieme abbiamo iniziato a sognare – racconta Lovato –. Abbiamo pensato che questi strumenti potessero essere un ponte tra le diverse culture, un simbolo di accoglienza e di rinascita».
Lovato viene dal nord, dal Veneto, ma da 33 anni vive in Sicilia, dove è giunto nel 1992 assieme alla moglie Laura Lubatti, piemontese, aderendo – dopo solo tre mesi dal loro matrimonio – all’invito di don Oreste Benzi di aprire una casa famiglia in quella regione così diversa, per clima e per cultura, da quelle di provenienza.
Ma le persone in difficoltà, oltre che di una casa e di una famiglia, hanno bisogno anche di un lavoro, tanto più al sud, e così nel 2001 è nata anche la cooperativa….continua a leggere